Spazio Poesia (Audio)
Lo spazio indeterminato entro il quale
si muove la poesia, la sua atemporalità,
fanno sì che non sia agevole capirne la
grandezza.
La sua essenza è impalpabile, eterea.
Da essa l’uomo trae la sua vena creativa.
Le immagini e le voci di cui un poeta è
capace
di suscitare sono molteplici, perché illimitato
è il campo della sua intuizione.
Così come i sentimenti che egli sa esprimere
con tutta la commozione della sua anima.
Grande è anche la cultura che da un poeta
all’altro
si tramanda attraverso i secoli, lungo
la traiettoria del divenire umano.
Il canto della poesia si modula entro la misura
del tempo. Di generazione in generazione
variano la tonalità, precisamente come la
musica,
e anche cambiano i contenuti.
Ogni poeta, con la caratteristica propria
del suo secolo, esprime col suo linguaggio
un momento storico. Ogni generazione
ha un suo modo particolare di concepire il
mondo,
man mano che il sapere umano si estende.
I problemi e i bisogni che l’assillano
determinano l’atteggiamento che assume,
e la distinguono da un’altra. La poesia
abbraccia
spazio, tempo, moto, finito e infinito.
Non si prefigge alcun scopo, tutt’al più
può contenere un messaggio: di pace,
d’amore,
e d’esortazione al coraggio. Pregava il poeta
Carlo Betocchi:
Sei tu, Signore, che mi dai la tua forza,
torci il mio occhio a guardarmi nell’anima,
perché l’immondezza sia vituperata
ed esaltato il coraggio che la rivela.
Finché esisterà la mediocrità non s’illuda
l’uomo di cambiare il mondo.
- Ciò che scuote il mondo
è l’elemento scatenante estremo
che pur muovendo tutto
tutto lascia come prima.
nulla si cambia
anche se l’uomo con rabbia
crede della vita
mutar l’essenza infinita -
La parola che entra nei cuori puri ne esce
fecondata, e pura si diffonde nel mondo.
Giovanni Giudici, il poeta, ammonisce:
“Non smaniate per il successo, non fate
traffico d’influenze, scegliere l’oscurità
può rivelarsi via maestra alla luce”.
La mia poesia ha le sue radici in terra.
Pian piano germoglia e fiorisce. Fiorisce
fuori e dentro di me … dentro dove sale
verso quel mondo astratto dal quale siamo
venuti, e torneremo.
Torneremo là per dissetarsi alla fonte del
silenzio, rifatti ombre.
Fuori ombra non c’è …
Qualcosa dentro di me sale
verso il mondo astratto del nulla
dove ritrovo la mia ombra.
Là ci sono antichi giardini
gorgheggi d’uccelli
fiori in estasi
foglie lacrimose di rugiada
verdi come la speranza.
Ma fuori,
c’è l’angoscia di giorni feriti
il tetro spavento della piovra
che cresce.
Scomparsi I sorrisi
fuori ombra non c’è
Renato Nale
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